giovedì 30 luglio 2009

L'universo giovani

I giovani oggi vengono considerati dei buoni a nulla, si parla infatti sui mass media della generazione nè-nè, che tradotto significa nè lavoro e nè studio. A questa categoria apparterrebbero giovani fino a 35 anni che praticamente con questo loro atteggiamento rifiuterebbero qualsiasi approccio e col mondo del lavoro e con quello dello studio, perchè considerati mezzi inutili per far parte di una società che ha chiuso a loro da molto tempo le porte.
Certo si può tranquillamente criticare questo loro atteggiamento, ma il fatto stà che la società di oggi è ormai ben strutturata nel senso dell'esercizio del potere tanto da non permettere l'integrazione di nuovi "intrusi". Ed allora se le cose stanno così dobbiamo dedurre che oggi abbiamo bisogno non di falsi maestri ma di gente preparata che dia testimonianza di coerenza in quello che fà, trasmettendolo alle nuove generazioni che incoraggiate da questo atteggiamento lavorerebbero per una società più efficiente ma nello stess tempo più giusta.

venerdì 24 luglio 2009

La crisi religiosa

In tempo di crisi economica, si parla anche di una presunta crisi religiosa. Si fa riferimento a statistiche che fotograferebbero un paese in cui le persone hanno abbandonato la pratica religiosa nella Chiesa Cattolica; chiese vuote, omelie fuori dal contesto storico e sociale del tempo, crisi vocazionale e quindi pochi sacerdoti. Ciò secondo alcuni benpensanti del pensiero laico sarebbe da imputare alla rigidità di talune posizioni delle gerarchie ecclesiali sui temi della bioetica( aborto, eutanasia, uso dei contraccettivi ecc.). Però spesso si dimentica che il cristianesimo ha avuto nel corso dei secoli i suoi adepti, e che la loro visione del mondo ha spesso contrastato quella della maggioranza. Ciò che voglio dire è che essere veri cristiani( che significa praticanti ma sul serio!) è stato sempre un fatto di minoranza, e le testimonianze dei Santi nei vari secoli ne sono una prova storica. Certo il rapporto che i laici hanno con il Magistero della Chiesa non è sempre idilliaco, ma ciò non toglie che il dialogo con le autorità ecclesiali c'è sempre e che la base apprezza sempre di più certe posizioni che si rifanno alla tradizione apostolica che un volersi sempre conformarsi e a tutti i costi, alla mentalità del tempo.

mercoledì 8 luglio 2009

La crisi dei partiti

Dopo le già note vicende di Tangentopoli, i grandi partiti politici italiani subirono una crisi irreversibile. Sotto la scure del Pool di Mani Pulite caddero i dirigenti dei cosidetti partiti storici come la D.C. ed il P.S.I., ma questa inchiesta giudiziaria coinvolse l'intero sistema politico italiano.Erano così andati in fumo quaranta anni di stradominio della Democrazia Cristiana,mentre d'altro canto finiva la collaborazione decennale con il Partito Socialista Italiano che con Bettino Craxi aveva fatto un grande salto in avanti, cambiando rotta e diventando anti-comunista, si scopriva come ago della bilancia del nostro sistema politico. E dire che Craxi fu eletto per la prima volta segretario del suo partito per mediare tra le diverse anime del partito, ma egli presto divenne leader indiscusso del nuovo P.S.I. che un tempo fu di Pietro Nenni. Infatti diverso era il contesto storico in cui si muoveva l'antico leader,con un partito che era certamente il partito dei lavoratori ma che proprio per questo era uno stretto collaboratore del partito proletario per eccellenza, e cioè il partito comunista italiano allora filo-sovietico.Dopo però le sopra accennate vicende di Tangentopoli anche questo impero di cristallo cade e quindi si crea un vuoto politico; si aprono delle maglie nel nostro sistema che consentono l'ingresso di nuovi leaders e di nuovi soggetti politici. Nasce quindi Forza Italia di Silvio Berlusconi(il cosiddetto partito-azienda),si legittima il M.S.I. che diventa Alleanza Nazionle, mentre i Democristiani si dividono (alcuni vanno a Destra, altri restono momentaneamente al Centro,altri svoltano a Sinistra).Certo che la politica è in crisi, tanto che il Sindacato al contrario riesce a coprire gli spazi vuoti e a piazzare i propri uomini(già formatisi nelle lotte sindacali), nei punti cardini delle nuove formazioni politiche.Già....si parla di nuovo, ma in realtà l'unica novità è costituita dalla Lega di Umberto Bossi che nel Nord spadroneggia e che vuole a tutti i costi un Federalismo che è sempre più separatismo e che prende le distanze da una Roma considerata"Ladrona"; mentre per il resto si crea quella situazione per cui Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo affermava tenacemente e cioè"si è cambiato tutto per non cambiare niente"......

domenica 5 luglio 2009

Il Regionalismo Lombardiano

Il tema dell'autonomia siciliana fin dai tempi di Finocchiaro Aprile é stato uno dei più discussi nella nostra Sicilia. Da anni, partiti di destra, di centro e di sinistra si sono fatti paladini del regionalismo.Ma i veri padri dell'autonomia regionale sono da ricercare in Sturzo, Jacini ecc.Sopratutto don Luigi Sturzo nella sua Caltagirone si fece promotore di un vero e proprio laboratorio politico, dal quale nacque poi il Partito Popolare Italiano che aveva nel regionalismo uno dei principi fondamentali della propria " ideologia". L'autonomia secondo il pensatore siciliano fu concepita come capacità di autogovernarsi e mai come separatismo, contribuendo, infatti alla elaborazione di uno dei principi della nostra costituzione,e cioè quel decentramento amministrativo che, peraltro fu recepito in maniera molto tardiva nel nostro paese. Ma se questo è il glorioso passato del nostro regionalismo, oggi mi chiedo quale sia quello attuale? Dalle nostre parti e cioè dalla Sicilia ultimamente queste tematiche autonomiste sono cavalcate da un "nuovo regionalista" che risponde al nome di Raffaele Lombardo, attuale Presidente della Regione. Egli infatti ha creato un proprio movimento per l'autonomia e con delle proprie liste alle elezioni europee ha in un certo qual modo sfidato il centro destra in cui egli è inserito anche se "autonomamente"(manco a dirlo...).Tutta questa bagarre si è avuta perchè nella giunta il "presidentissimo" non ha accettato degli assessori del Popolo delle Libertà, frutto questo di un certo malessere del suo movimento all'interno di questa coalizione. Gli atriti nascerebbero dalla constatazione che, come ha detto lo stesso Lombardo nella convetion pre-elettorale per le elezioni europee, "qualcuno a Roma vuole fare la spesa al Nord piuttosto che al sud";in sostanza a Roma e al Nord si deciderebbe per il Sud. Da ciò scaturirebbe un malumore tra le file degli autonomisti che riaprirebbero vecchie ferite della nostra Sicilia: mancata attuazione dello Statuto Regionale Siciliano, interessi del Nord prevalenti su quelli del Sud, disinteresse della questione meridionale da parte dei grandi partiti nazionali ecc. Ma tutto ciò sarà vero o visto gli ultimi abbracci tra Lombardo e Berlusconi é solo una questione di poltrone? Staremo a vedere.........