domenica 18 settembre 2011

I miracoli

Quando si parla di miracoli ci si riferisce a dei fenomeni irrazionali che la nostra mente rifiuta di accettare.Infatti è in discussione il nostro modo di pensare, di interagire con gli altri, le nostre certezze che ci vengono propinate dalla società contemporanea opulenta e tecnologica.Di fronte a tutto questo mare magnum di convinzioni ,il presunto fenomeno straordinario si presenta come un macigno che scuote la coscienza dell'uomo moderno. Così assistiamo oggi a fatti straordinari come per esempio a delle guarigioni che avvengono non solamente in casi isolati ma anche durante delle vere e proprie sedute pubbliche con grande partecipazione di popolo. Lungi da me il voler dare giudizi su questi fatti particolari e sulla loro veridicità , il problema è invece di capire che ci sono persone che convivono per anni con i propri dolori ed affanni quotidiani e che quindi invocano l'intervento del soprannaturale. Spesso si invoca infatti l'intervento di DIO, ma non inteso in senso filosofico,ma come una entità superiore a cui si riconosce la suprema autorità ,e a cui si chiede un intervento più o meno immediato nella propria vita.Ciò infatti contrasta con quel semidio greco che trasformava la materia ma che era restio ad intervenire nelle azioni umane. Mentre invece noi sappiamo dalle Sacre Scritture che il Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe era vicino al suo popolo malgrado questo gli fosse infedele. Il popolo di Israele ha avuto sempre bisogno dell'intervento del proprio Dio nelle situazioni di difficoltà ed egli ha sempre risposto con fatti concreti come per esempio l'invio della manna nel deserto; oppure sappiamo anche come personaggi deboli come erano i profeti avessero ricevuto forza e vigore dal proprio DIO.Credo quindi che queste persone meritano rispetto e ammirazione perchè hanno un rapporto di vicinanza con il proprio Dio e soprattutto per il cambiamento radicale che hanno dato alla propria vita.Non a caso nelle Sacre Scritture si dice espressamente "che è dai vostri frutti che gli altri vi riconosceranno".

sabato 15 gennaio 2011

Il nostro sistema economico

Da sempre si è considerata la nostra economia come un sistema misto,fatto cioè in parole povere di un pò di mercato e di un pò di Stato.Questo però fino agli anni novanta quando questa formula era sorretta anche da un sistema partitocratico che si inseriva nel privato e con esso conviveva.Dopo,quando questo sistema politico cominciò a scricchiolare sotto la scure della magistratura con la cosiddetta operazione "mani pulite",ci si rifugiò in una ideologia economica tanto antica quanto il mondo (si fà per dire...) e cioè il liberismo economico tanto amato a destra ed anche visto di buon occhio da certa sinistra radical chic.Ecco che allora la parola chiave fu "privatizzazione";di conseguenza molte aziende che un tempo erano controllate dallo Stato e quindi anche dai partiti,sono passate nelle mani dei privati.Ma fin quì niente di strano,anzi ciò poteva anche portare una novità in senso positivo al nostro sistema economico.Il discorso invece si fà più complicato quando si è passati alla privatizzazione di settori vitali come per esempio l'Università e la Sanità; infatti così facendo si sono messi in discussione il diritto allo studio e quello alla salute.Questi due diritti riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale sono stati neutralizzati da una privatizzazione selvaggia che,non solo non ha portato ad un miglioramento dei servizi,ma ha fatto lievitare pesantemente i costi,con un conseguenziale aumento delle tasse universitarie e dei tickets sanitari.A pagare lo scotto di questa pseudo rivoluzione economica sono state come al solito le classi sociali più deboli,con in più la novità che si è indebolita anche la cosiddetta classe media.Gli inglesi la chiamano la middle-class, e si intende il ceto medio industriale e produttivo, mentre da noi invece si tratta del ceto medio impiegatizio.Ecco quindi che a difesa dei ceti medi, in Italia, sono scesi in campo i partiti moderati che hanno fatto di ciò il loro cavallo di battaglia, a difesa anche della famiglia e dei propri valori.Tutto bene...fin quando non si è passati ad un eccesso di moderatismo che non ha alla sua base quel rispetto della dignità della persona umana, senza distinzione di sesso, di religione e di razza, come recita la nostra Costituzione.E a dire che proprio i partiti , cosiddetti moderati , di ispirazione cristiana , questo concetto lo dovrebbero avere chiaro,anche se si sa come dice un vecchio adagio : "si predica bene ma si razzola male...".