lunedì 28 dicembre 2009

La criminalità dilagante

Il problema della delinquenza è stato sempre al centro dei programmi governativi di ogni colore politico. Quando si è davanti a fatti efferati si parla sempre di ripristino della legalità; già, ma ci siamo mai chiesti con consapevolezza che cosa significhi questo termine? Il più delle volte lo si associa al ripristino di un sistema penale forte, che partorisca dal suo seno pene dure per chi delinque. Si parla quindi di ergastolo o addirittura di ripristino della pena di morte, quest'ultima considerata come la panacea di tutti i mali giudiziari e soprattutto come un grande deterrente nei confronti della criminalità. Un sistema giudiziario che preveda pene severe non è del tutto criticabile, ma il problema è un altro: la questione è di natura repressiva o c'è altro? Certamente c'è una parola che di questi tempi non è certo di moda e cioè prevenzione. Prevenire i reati fa parte di una politica giudiziaria di uno Stato che guarda avanti e vuole risolvere i problemi e non aggirarli. A questo fanno seguito alcuni problemi strutturali quali per esempio una maggiore organizzazione ed un migliore coordinamento delle forze dell'ordine e un aumento dell'organico.Uno Stato che si rispetti dovrebbe certamente tenere conto di queste situazioni e mettere mano ad un vero e proprio programma di recupero sociale nei quartieri degradati,utilizzando bene i servizi sociali che dovrebbero collaborare in simbiosi con le forze dell'ordine.Solo così si potrebbe parlare di legalità in senso pieno, ed allora in questo tipo di sistema chi delinque deve avere un processo più rapido ed efficiente che ridia alla società quel concetto importante, ma poco attuato, che si chiama"certezza del diritto".

giovedì 1 ottobre 2009

I nuovi modelli sociali

In una società altamente tecnologizzata come la nostra, con l'uso di internet e di una tv sempre più generalista, si creano nuovi modelli sociali che tanto sono imitati dalle nuove generazioni. Un tempo negli anni '60, quelli della contestazione giovanile tanto per intenderci, vi erano i Beatles e i gruppi rock in genere che con i loro brani musicali hanno influenzato le scelte di intere generazioni. Il live motive era quello dell'attacco alle vecchie generazioni accusate di aver creato la cosiddetta società dei consumi, dando così vita al fenomeno del consumismo. Oggi si cambia rotta, e i giovani si rivolgono ai nuovi modelli creati dai mass media; per esempio la maggior parte delle ragazze vorrebbero fare da grandi le " veline ", mentre i maschi i " tronisti " in qualche spettacolo di successo. Ed è proprio questo il modello sociale per eccellenza oggi, "il successo" a tutti i costi e con quasi nessuno sforzo. Ad incoraggiare i ragazzi su questa strada sono proprio i genitori che tramite i loro figli vogliono sprazzi di gloria e di visibilità. Ciò perchè oggi importante è apparire e non essere, e quindi, se uno è sfigato o svantaggiato è meglio evitarlo perchè come si dice se lo conosci lo eviti...

sabato 12 settembre 2009

Gli anziani...questi dimenticati

Al tempo dell'antica Roma essere anziani era sinonimo di autorevolezza, nonchè di saggezza, ed essi avevano un grande ruolo non solo in politica ma anche in famiglia; per non parlare poi degli anziani dell'antico popolo d'Israele(i cosiddetti saggi) etc. Oggi invece, se nel campo della gestione del potere vale la gerontocrazia, non è così nelle famiglie dove essi vengono relegati a ruoli marginali. A ciò si aggiunge il modello di una società in cui chi è debole non può far parte del gioco produttivo e quindi non esiste. La conseguenza immediata di tale situazione è l'isolamento, il senso di abbandono, di sfiducia che è scolpito sui volti di molti anziani; sì, usiamo purtroppo questa parola come sinonimo di vecchio, di vetusto o per usare un termine economico di soggetti obsoleti, come i macchinari, e quindi da rottamare. Le strutture ricettive che dovrebbero accogliere le persone della terza età che si trovano in condizioni fiiche non buone, non sono efficienti e per lo più a volte sono frutto di improvvisazione, mentre non mancano residence per anziani dove per accedere si debbono sborsare parecchi soldi , e quindi come si capisce sono esclusivi, cioè non per tutte le tasche. E allora la famiglia di origine è quella che deve sopportare l'intero costo delle spese sanitarie. Già,ma chi non ha più nessuno, a chi deve rivolgersi?...

lunedì 31 agosto 2009

Il bullismo

Un tempo c'erano le bande di giovani che si scontravano nei quartieri più degradati di New York. Oggi si parla di bullismo, un fenomeno questo che riguarda non solo i quartieri periferici ma purtroppo anche le scuole, cioè quegli ambienti in cui si dovrebbe fare cultura. Molto probabilmente la scuola diventa la valvola di sfogo di malesseri che provengono da ambienti esterni alla scuola stessa, come per esempio la famiglia, alcune difficili realtà metropolitane o periferiche ecc. Quindi oggi i più forti per età o per gratuita spavalderia se la prendono con i soggetti più deboli, minacciandoli o addirittura pestandoli a volte tra l'indifferenza generale. Il problema è certamente complesso ma il dato più allarmante è che la scuola della Autonomia che dovrebbe interagire con le realtà che sono esterne ad essa stessa, si trova in forte difficoltà davanti a questo fenomeno ormai assai diffuso e quindi si ricorre in alcuni casi alla sola repressione del singolo fatto isolatamente considerato. Allora mi domando se invece non sia necessario da parte degli educatori riformulare alcune strategie pedagogiche-sociali che portano la scuola al centro del sistema educativo, perchè se è vero che è la famiglia il primo vero nucleo dove l'individuo si forma in quanto viene educato, è anche vero che spesso essa non ha i mezzi necessari per una corretta educazione, basata sul rispetto degli altri. La scuola, quella dei Nuovi Programmi e della Autonomia dovrebbe essere in grado di dare, avendo per l'appunto impostato la sua linea pedagogica sulla costruzione attraverso l'educazione al dialogo, un tipo di scuola veramente democratica ,dove se questo venisse realizzato veramente non ci sarebbe alcuno spazio per fenomeni quali il bullismo.

mercoledì 26 agosto 2009

Natuzza

In un paese sperduto tra le campagne della Calabria (Paravati ), nasce e vive Natuzza Evolo, una degli ultimi taumaturghi del nostro secolo. Una vita semplice, una famiglia numerosa e una fede viva sono stati i tratti salienti della sua esistenza. Poi il fatto sorprendente che l' ha fatta assurgere alla ribalta della cronaca nazionale: la comparsa sul proprio corpo della stimmate, segno indelebile dell'intervento di Dio nella sua vita. Ed infatti dopo ciò la sua esistenza è profondamente cambiata. Da quel momento, folle di fedeli o di persone in cerca di un senso da dare ala propria esistenza, sin dalle prime luci dell'alba si recano alla sua porta per avere conforto, speranza o chiedere a Dio per suo tramite guarigioni fisiche o spirituali. Però da un pò di tempo Natuzza non riceve più per motivi di salute, apparendo in pubblico raramente e coltivando ormai il suo unico sogno ma già in parte realizzato e cioè la costruzione di una casa accoglienza per giovani,disabili ed anziani al fine di alleviare le angosce di chi soffre. Il " fenomeno Natuzza " viene studiato attentamente dalla Chiesa Cattolica, che di fronte a questi avvenimenti va come si suol dire "con i piedi di piombo "; ma al di là di ciò si possono dedurre due cose: la semplicità di questa donna e la conversione di molte persone che si erano allontanate dalla fede.

venerdì 21 agosto 2009

Luigi Veronelli:un maestro della enogastronomia

Milanese, fin da piccolo nutriva la passione per la gastronomia, quella con la G maiuscola. Filosofo di estrazione culturale, fu un innovatore in campo gastronomico, con una produzione di opere fondamentali e anche di carattere divulgativo. Da moderno Caronte ha traghettato il vino italiano verso grandi traguardi, puntando soprattutto sulla qualità. Anche l'olio per Veronelli doveva essere una scelta filosofica del produttore per differenziare i propri oli in un mercato che era in crisi di identità. Dopo i trascorsi giovanili come assistente universitario di filosofia, si getta anima e corpo nel giornalismo enogastronomico collaborando con le migliori testate specialistiche e non, e alla fine creando negli anni '90 la casa editrice "Veronelli Editore"con lo scopo di far conoscere le varie e ricche realtà gastronomiche del nostro paese, con una catalogazione di cibi e vini rigorosamente scientifica. Di lui si ricorda anche la collaborazione col celebre Maitre Luigi Carnacina. La sua sincera fede anarchica lo portò inoltre a condurre battaglie insieme ai centri sociali di Milano contro il consumismo e soprattutto si distinse per la battaglia per la salvaguardia dell'origine del prodotto. All'età di 78 anni si spense a Bergamo l'ultimo dei grandi maestri della gastronomia italiana e non solo.

mercoledì 12 agosto 2009

Il sociale...questo sconosciuto

Oggi assistiamo(per fortuna....) ad un pullulare di associazioni di volontariato, di vendite a scopi benefici, di maratone tv sulla raccolta fondi ecc. Però mi chiedo se in tutto ciò a volte non ci sia una vena di ipocrisia, nel senso che vi è un bisogno nelle persone del nostro tempo di voler mettersi in mostra per stare un pò in pace con la propria coscienza. Lungi da me il voler giudicare, però mi sembra importante oggi più che mai, recuperare il valore del rispetto della dignità della persona umana, senza distinzione di sesso, di religione, di opinioni personali(come del resto recita la nostra Costituzione); così facendo si farebbe del bene senza apparire, ci si batterebbe sempre contro le ingiustizie quotidiane e si recupererebbe quella voglia di dialogare con gli altri che manca da troppo tempo.

giovedì 30 luglio 2009

L'universo giovani

I giovani oggi vengono considerati dei buoni a nulla, si parla infatti sui mass media della generazione nè-nè, che tradotto significa nè lavoro e nè studio. A questa categoria apparterrebbero giovani fino a 35 anni che praticamente con questo loro atteggiamento rifiuterebbero qualsiasi approccio e col mondo del lavoro e con quello dello studio, perchè considerati mezzi inutili per far parte di una società che ha chiuso a loro da molto tempo le porte.
Certo si può tranquillamente criticare questo loro atteggiamento, ma il fatto stà che la società di oggi è ormai ben strutturata nel senso dell'esercizio del potere tanto da non permettere l'integrazione di nuovi "intrusi". Ed allora se le cose stanno così dobbiamo dedurre che oggi abbiamo bisogno non di falsi maestri ma di gente preparata che dia testimonianza di coerenza in quello che fà, trasmettendolo alle nuove generazioni che incoraggiate da questo atteggiamento lavorerebbero per una società più efficiente ma nello stess tempo più giusta.

venerdì 24 luglio 2009

La crisi religiosa

In tempo di crisi economica, si parla anche di una presunta crisi religiosa. Si fa riferimento a statistiche che fotograferebbero un paese in cui le persone hanno abbandonato la pratica religiosa nella Chiesa Cattolica; chiese vuote, omelie fuori dal contesto storico e sociale del tempo, crisi vocazionale e quindi pochi sacerdoti. Ciò secondo alcuni benpensanti del pensiero laico sarebbe da imputare alla rigidità di talune posizioni delle gerarchie ecclesiali sui temi della bioetica( aborto, eutanasia, uso dei contraccettivi ecc.). Però spesso si dimentica che il cristianesimo ha avuto nel corso dei secoli i suoi adepti, e che la loro visione del mondo ha spesso contrastato quella della maggioranza. Ciò che voglio dire è che essere veri cristiani( che significa praticanti ma sul serio!) è stato sempre un fatto di minoranza, e le testimonianze dei Santi nei vari secoli ne sono una prova storica. Certo il rapporto che i laici hanno con il Magistero della Chiesa non è sempre idilliaco, ma ciò non toglie che il dialogo con le autorità ecclesiali c'è sempre e che la base apprezza sempre di più certe posizioni che si rifanno alla tradizione apostolica che un volersi sempre conformarsi e a tutti i costi, alla mentalità del tempo.

mercoledì 8 luglio 2009

La crisi dei partiti

Dopo le già note vicende di Tangentopoli, i grandi partiti politici italiani subirono una crisi irreversibile. Sotto la scure del Pool di Mani Pulite caddero i dirigenti dei cosidetti partiti storici come la D.C. ed il P.S.I., ma questa inchiesta giudiziaria coinvolse l'intero sistema politico italiano.Erano così andati in fumo quaranta anni di stradominio della Democrazia Cristiana,mentre d'altro canto finiva la collaborazione decennale con il Partito Socialista Italiano che con Bettino Craxi aveva fatto un grande salto in avanti, cambiando rotta e diventando anti-comunista, si scopriva come ago della bilancia del nostro sistema politico. E dire che Craxi fu eletto per la prima volta segretario del suo partito per mediare tra le diverse anime del partito, ma egli presto divenne leader indiscusso del nuovo P.S.I. che un tempo fu di Pietro Nenni. Infatti diverso era il contesto storico in cui si muoveva l'antico leader,con un partito che era certamente il partito dei lavoratori ma che proprio per questo era uno stretto collaboratore del partito proletario per eccellenza, e cioè il partito comunista italiano allora filo-sovietico.Dopo però le sopra accennate vicende di Tangentopoli anche questo impero di cristallo cade e quindi si crea un vuoto politico; si aprono delle maglie nel nostro sistema che consentono l'ingresso di nuovi leaders e di nuovi soggetti politici. Nasce quindi Forza Italia di Silvio Berlusconi(il cosiddetto partito-azienda),si legittima il M.S.I. che diventa Alleanza Nazionle, mentre i Democristiani si dividono (alcuni vanno a Destra, altri restono momentaneamente al Centro,altri svoltano a Sinistra).Certo che la politica è in crisi, tanto che il Sindacato al contrario riesce a coprire gli spazi vuoti e a piazzare i propri uomini(già formatisi nelle lotte sindacali), nei punti cardini delle nuove formazioni politiche.Già....si parla di nuovo, ma in realtà l'unica novità è costituita dalla Lega di Umberto Bossi che nel Nord spadroneggia e che vuole a tutti i costi un Federalismo che è sempre più separatismo e che prende le distanze da una Roma considerata"Ladrona"; mentre per il resto si crea quella situazione per cui Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo affermava tenacemente e cioè"si è cambiato tutto per non cambiare niente"......

domenica 5 luglio 2009

Il Regionalismo Lombardiano

Il tema dell'autonomia siciliana fin dai tempi di Finocchiaro Aprile é stato uno dei più discussi nella nostra Sicilia. Da anni, partiti di destra, di centro e di sinistra si sono fatti paladini del regionalismo.Ma i veri padri dell'autonomia regionale sono da ricercare in Sturzo, Jacini ecc.Sopratutto don Luigi Sturzo nella sua Caltagirone si fece promotore di un vero e proprio laboratorio politico, dal quale nacque poi il Partito Popolare Italiano che aveva nel regionalismo uno dei principi fondamentali della propria " ideologia". L'autonomia secondo il pensatore siciliano fu concepita come capacità di autogovernarsi e mai come separatismo, contribuendo, infatti alla elaborazione di uno dei principi della nostra costituzione,e cioè quel decentramento amministrativo che, peraltro fu recepito in maniera molto tardiva nel nostro paese. Ma se questo è il glorioso passato del nostro regionalismo, oggi mi chiedo quale sia quello attuale? Dalle nostre parti e cioè dalla Sicilia ultimamente queste tematiche autonomiste sono cavalcate da un "nuovo regionalista" che risponde al nome di Raffaele Lombardo, attuale Presidente della Regione. Egli infatti ha creato un proprio movimento per l'autonomia e con delle proprie liste alle elezioni europee ha in un certo qual modo sfidato il centro destra in cui egli è inserito anche se "autonomamente"(manco a dirlo...).Tutta questa bagarre si è avuta perchè nella giunta il "presidentissimo" non ha accettato degli assessori del Popolo delle Libertà, frutto questo di un certo malessere del suo movimento all'interno di questa coalizione. Gli atriti nascerebbero dalla constatazione che, come ha detto lo stesso Lombardo nella convetion pre-elettorale per le elezioni europee, "qualcuno a Roma vuole fare la spesa al Nord piuttosto che al sud";in sostanza a Roma e al Nord si deciderebbe per il Sud. Da ciò scaturirebbe un malumore tra le file degli autonomisti che riaprirebbero vecchie ferite della nostra Sicilia: mancata attuazione dello Statuto Regionale Siciliano, interessi del Nord prevalenti su quelli del Sud, disinteresse della questione meridionale da parte dei grandi partiti nazionali ecc. Ma tutto ciò sarà vero o visto gli ultimi abbracci tra Lombardo e Berlusconi é solo una questione di poltrone? Staremo a vedere.........

martedì 30 giugno 2009

Giacomo " Il Giusto":un esempio per la Chiesa di oggi


Una figura non molto conosciuta tra i cosiddetti"cattolici praticanti" è senz'altro quella di Giacomo, apostolo di Gesù,che alla morte del Maestro divenne una delle colonne portanti della Chiesa di Gerusalemme.Nel Nuovo Testamento si parla di un apostolo chiamato Giacomo, detto anche Giacomo d'Alfeo cugino di Gesù e figlio di Maria di Cleofa(una delle donne che erano al seguito di Gesù in Galilea).Giacomo era conoscuto anche come"il Minore",non certo per sminuire la sua importanza ma per distinguerlo da Giacomo di Zebedeo.In una preziosa opera a noi pervenutaci come quella dello storico Giuseppe Flavio e cioè "Antichità Giudaiche" si fa un accenno indiretto a Gesù prendendo per l'appunto lo spunto dal racconto della illegale lapidazione dell'apostolo Giacomo, Vescovo di Gerusalemme, avvenuta nel 62 e che viene descritta testualmente da un sommo sacerdote dell'epoca come "un atto sconsiderato nei confronti di un uomo virtuoso".Da ciò si deduce che egli venisse considerato in maniera benevola anche da una parte di quel mondo giudaico che era intento ad insegnare la Torà,cioè la legge mosaica, alla cui osservanza peraltro era legato lo stesso Giacomo;però egli allo stesso tempo intuì che i pagani potevano essere accolti nella Chiesa senza doversi prima sottoporre alla pratica ebraica della circoncisione.Un altro storico,Eusebio di Cesarea, parla nei suoi scritti delle vicende che capitarono ai Giudei per punirli di ciò che gli stessi fecero a Giacomo il Giusto,come se appunto dopo la lapidazione di Giacomo le disgrazie che si scatenarono nei confronti dei giudei fossero una conseguenza della punizione del Giusto;si infatti così egli veniva chiamato e celebrato da tutti per la sua sapienza e per la sua giustizia,ed inoltre era uno dei pochi che aveva la licenza di entrare nella Sancta-Sanctorum.Giacomo dimostrava a tutti una sincera fede in Gesù Cristo e, quando alcuni giudei cercarono di prenderlo come si suol dire in castagna chiedendogli chi fosse la porta di Gesù secondo quanto narrato in Gv 10,7 Giacomo rispondeva che questi era il Salvatore.Ciò procurò tanta rabbia tra i capi ebraici, che fu portato sul pinnacolo e lì lo lapidarono;prima di morire Giacomo il Giusto proferì le famose parole di Gesù" Padre Onnipotente perdonali perchè non sanno quello che fanno".Si chiude così con il martirio le vicende di un uomo giusto e con grandi responsabilità all'interno della nascente Chiesa,e la sua testimonianza è un severo monito per quanti oggi nella Chiesa attuale credono che il Cristianesimo sia apparenza,forma,sfarzo e non sostanza.

venerdì 12 giugno 2009

L'intervento dello Stato in Economia

Oggi si parla sempre più di capitalismo e di mercato come se queste espressioni fossero due parole magiche atte a risolvere i problemi economici e sociali che attanagliano la nostra società,ed invece queste due accezioni si sono rivelate dei veri e propri boomerang nell'attuale momento di crisi economica che le nazioni ricche del pianeta stanno attraversando.
E' proprio adesso che ministri liberisti "incalliti" come il nostro Tremonti si convertono al cosiddetto mercato sociale e si scoprono no-global. Ci si accorge infatti,e con notevole ritardo ed anche con un pizzico di trasformismo politico,che è proprio il mercato(considerato un vero e proprio oggetto di culto)ad essere una delle principali cause di questa crisi,che è prima di tutto sociale e poi economica. Il sistema bancario così come veniva prima inteso non tiene più,la gente non consuma perchè ha paura che i propri risparmi vengano risucchiati dalla crisi.E quindi se ci spostiamo sul piano psicologico ciò crea un senso di sfiducia,non solo nei confronti delle Istituzioni,ma anche in ciascuno di noi,in quanto per la prima volta ,negli ultimi decenni,ci troviamo con le spalle al muro e con un forte senso d'impotenza nell'affrontare il nostro incerto futuro.Così la cosiddetta flessibilità tanto amata dai guru del capitalismo selvaggio,diventa tutto d'un tratto precarietà,in quanto mancano quegli ammortizzatori sociali capaci di rivitalizzare il nostro sistema economico- sociale.Si ritorna quindi a parlare d'interventismo statale,una vecchia formula questa considerata ormai obsoleta ed inadatta ai tempi moderni.Questa volta l'interventismo viene spacciato come una correzione al sistema capitalistico considerato in questi tempi un pò acciaccato se non gravemente malato,per poi ritornare una volta scacciata la crisi ,a parlare del dio-mercato,come la soluzione a tutti i mali sociali. Già...abbiamo detto crisi,ma qualche maestro della cosiddetta"destra economica"parafrasando una vecchia canzone direbbe:"ma dov'è questa crisi???...parapapà,parapapà,parapapà..."

sabato 6 giugno 2009

Introduzione al blog


Salve, sono contento di essere sulla rete perchè sono estremamente convinto che INTERNET sia uno strumento di ALTA DEMOCRAZIA in cui ciascuno, nel rispetto degli altri e secondo le regole della buona educazione, possa esprimere liberamente le proprie opinioni su fatti di cui si riconosca la rilevanza sociale. Oggi più che mai si sente l' esigenza di comunicare con gli altri perchè sono del parere che non si è in presenza di tanti tu ma di un noi collettivo che ci pone ad affrontare tematiche che sono sempre più generali e che attendono a tutta l'umanità.Con questa mia breve introduzione dò il benvenuto a quanti vogliano connettersi con il mio blog.